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Dipartimento di Fisica e Astronomia

Archivio Storico
del Dipartimento di Astronomia

Lorenzo Respighi

(Cortemaggiore, 7 ottobre 1824 – Roma, 10 dicembre 1889)

Lorenzo Respighi può essere considerato, insieme ad Angelo Secchi e a Giovanni Virginio Schiaparelli, il più importante astronomo italiano della seconda metà dell’Ottocento.

Nativo di Cortemaggiore nel piacentino, Respighi compì gli studi elementari a Parma e quelli superiori all’Università di Bologna, dove si laureò ad honorem in Filosofia e Matematica nel 1847. A soli 18 anni era stato aggregato all’Accademia delle Scienze di Bologna e quattro anni dopo, nel 1846, fu promosso Benedettino, ossia effettivo. Nel 1849 venne assunto come assistente all’Istituto di Meccanica e Idraulica. Nel 1851 fu nominato professore Ordinario di Ottica e Astronomia all’Università bolognese, cattedra vacante dal 1848, anno del trasferimento di Calandrelli, e nell’anno accademico seguente, 1852/53, gli fu conferita anche la direzione dell’Osservatorio. Respighi mantenne questi incarichi fino al 1864, anno in cui fu destituito per non aver voluto prestare giuramento di fedeltà al governo sabaudo, succeduto a Bologna all’autorità pontificia. Nel 1865 si trasferì a Roma e nell’agosto di quell’anno fu nominato da Pio IX, su suggerimento di Calandrelli, professore di Ottica e Astronomia all’Università La Sapienza e direttore dell’Osservatorio romano del Campidoglio, incarico che mantenne fino alla morte, avvenuta in Roma il 10 dicembre 1889.

Come molti astronomi del tempo, Respighi esordì con un’opera di carattere matematico dal titolo Principi del calcolo differenziale, che venne presentata da Cauchy all’Accademia delle Scienze di Parigi. In seguito si interessò di astronomia di posizione, di astronomia geodetica, di astronomia strumentale, ma la sua attenzione fu rivolta principalmente all’astronomia fisica, tanto da essere considerato uno dei pionieri di tale disciplina in Italia.

Nel campo dell’astronomia posizionale, compilò un catalogo delle declinazioni di 2534 stelle, ognuna delle quali venne osservata più volte con il cerchio meridiano di Ertel dell’Osservatorio bolognese, sia direttamente, sia applicando il nuovo metodo per osservare le stelle zenitali attraverso riflessione su una bacinella di mercurio. Si dedicò anche all’osservazione di pianeti e comete, scoprendone tre (denominate secondo la cometografia di Galle: 1862 IV, 1863 III e 1863 V) e fece diverse ricerche sull’aberrazione delle stelle, confermando il risultato trovato da Boscovich sull’invarianza dell’aberrazione.

Nell’astronomia geodetica, Respighi determinò la latitudine della Specola e il valore della declinazione assoluta per Bologna, oltre che la latitudine dell’osservatorio del Campidoglio e del primo meridiano di Monte Mario a Roma. Si occupò anche di meteorologia, compilando alcune memorie sul clima di Bologna, in cui ridusse e discusse i dati meteorologici e magnetici accumulati dalla Specola bolognese in 45 anni di osservazioni (1814-1859).

Come si è detto, i maggiori interessi di Respighi furono rivolti all’astrofisica: le sue ricerche più importanti riguardarono la scintillazione stellare e lo studio della fisica del Sole. Negli anni dal 1869 al 1885, eseguì osservazioni sistematiche del bordo solare con il metodo, inventato nel 1869 dall’inglese Huggins, detto della “fenditura allargata”, cioè collocando la fenditura dello spettroscopio tangenzialmente al bordo del Sole, allargando la fenditura in modo da comprendere tutta l’altezza delle protuberanze solari e ponendo un vetro rosso davanti all’oculare. Studiò anche le relazioni tra macchie e protuberanze solari, deducendo che nei punti del bordo del Sole in cui nasce o tramonta una macchia, la cromosfera appare più sottile. Nel 1870 partecipò alla spedizione italiana per seguire l’eclisse di Sole in Sicilia. Nel 1873 iniziò una serie di misure sul diametro del Sole per studiarne le variazioni, in connessione col ciclo delle macchie. Infine osservò che, sopra le macchie, le righe spettrali apparivano deformate e allargate, fenomeno che fu in seguito studiato da Hale e che è dovuto all’effetto Zeeman sul campo magnetico delle macchie stesse. Si occupò dello spettro dell’aurora boreale e confrontò tale spettro con quello della luce zodiacale.

Durante gli anni della direzione dell’Osservatorio romano, Respighi ebbe una lunga polemica con Angelo Secchi sul primato dell’uso del prisma obiettivo per lo studio degli spettri stellari. Trovò che l’apparecchio ideato nel 1815 da Fraunhofer aveva l’angolo rifrangente troppo grande, per cui era inutilizzabile per gli spettri; fece quindi costruire un prisma ad angolo rifrangente di soli 12 gradi da applicare al telescopio equatoriale del Campidoglio, con cui, il 15 febbraio 1869, fu in grado di mostrare al fisico francese Cornu gli eccellenti spettri stellari ottenuti. Lo strumento usato da Respighi si diffuse rapidamente e divenne uno dei principali sussidi dell’astrofisica.

Insieme a Secchi, Tacchini, Lorenzoni e Nobile, Respighi fu, nel 1871, uno dei fondatori della Società Italiana degli Spettroscopisti, alla quale non partecipò quasi mai attivamente a causa delle controversie con Secchi. Fu membro di numerose accademie, tra cui l’Accademia dei Lincei e la Royal Society di Londra.

Opere originali

da: Bònoli, F. Piliarvu, D., I Lettori di Astronomia presso lo Studio di Bologna dal XII al XX secolo, Bologna, CLUEB, 2001