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Dipartimento di Fisica e Astronomia

Archivio Storico
del Dipartimento di Astronomia

Leonida Rosino

(Treviso, 19 settembre 1915 – Padova, 31 luglio 1997)

Leonida Rosino è indissolubilmente legato all’Osservatorio di Padova, del quale fu direttore per oltre un quarto di secolo.

Egli fece parte, insieme a Livio Gratton, di quel gruppo di astronomi che introdussero nel dopoguerra l’astrofisica in Italia, dando un nuovo impulso alla scienza italiana.

Nato nel 1915 a Treviso, Rosino compì gli studi all’Università di Padova, dove fu allievo di G. Silva e B. Rossi; nel 1938, ottenne la laurea in Fisica svolgendo una tesi di indirizzo astronomico. Nello stesso anno fu invitato da Francesco Zagar a trasferirsi a Bologna, quale suo assistente alla cattedra di Astronomia; dal 1939 al 1953 fu Astronomo Aggiunto all’Osservatorio di Bologna.

A Bologna Rosino si occupò dello studio fotografico delle stelle variabili e di osservazioni sia della Nebulosa di Orione che di ammassi stellari, osservazioni che egli svolgeva principalmente con il telescopio Zeiss da 60 cm a Loiano.

In questa sede studiò oltre mille lastre già raccolte dal suo predecessore Luigi Jacchia. Nello stesso periodo Rosino estese le sue indagini alle novae ricorrenti: tale lavoro di osservazione era mirato a determinare i rapporti esistenti tra le variabili di tipo SS Cygni, le novae e le novae ricorrenti, nonché a determinarne la luminosità.

Nel 1948 ottenne la libera docenza in Astronomia e l’anno successivo usufruì di una borsa di studio di un anno presso l’Osservatorio di Yerkes dell’Università di Chicago, dove imparò nuove tecniche spettroscopiche e portò a termine una ricerca sullo spettro delle variabili di tipo RV Tauri.

Tre anni dopo fu chiamato, in seguito a concorso, alla cattedra di Astronomia dell’Università di Cagliari, dalla quale passò nell’anno accademico 1954/55, a quella di Bologna.

Al tempo stesso gli fu affidato l’incarico di direttore dell’Osservatorio Astrofisico di Asiago, dotato di quello che all’epoca era il maggior telescopio d’Europa, un riflettore da 122 cm.

Nel 1956 si recò a Pretoria, in Sud Africa, dove ottenne una serie di fotografie di ammassi appartenenti al bulge galattico.

Dall’anno accademico 1957/58 fu nominato ordinario di Astronomia all’Università di Padova, dove rimase fino alla sua messa a riposo negli anni Ottanta.

Durante i primi anni della sua direzione ad Asiago, Rosino svolse studi sugli ammassi globulari galattici e sulle stelle variabili in essi contenuti, allo scopo di stabilirne caratteristiche generali e distanza. Accanto alle ricerche sugli ammassi, iniziò lo studio sistematico di un gruppo di nebulose della zona di Orione, per stabilire la composizione chimica, l’estensione e le condizioni fisiche della materia in esse diffusa. Studiò anche le variabili a flare di Orione e delle Pleiadi e le stelle novae nelle galassie M31 di Andromeda e M33 del Triangolo.

Grazie alla sua guida, l’osservatorio di Asiago crebbe tanto da diventare conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, portando importanti contributi in vari campi dell’astrofisica.

Rosino volle anche dotare Asiago di nuovi strumenti di survey; fece costruire prima un piccolo telescopio Schmidt e poi uno più grande da 67/90 cm, con i quali avviò un programma di ricerca sugli spettri di supernovae, mai compiuti in Italia.

Dal 1955 al 1959 fu vicepresidente della Società Astronomica Italiana e nel 1961 trascorse un periodo di ricerca all’Osservatorio di Lick, in California.

Sul finire degli anni Sessanta concepì due ambiziose idee: la realizzazione di un riflettore della classe di due metri e la creazione a Padova di un corso di laurea in Astronomia distinto da quello di Fisica. Egli realizzò entrambi i progetti: nel 1968 presero l’avvio le lezioni del Corso di Laurea in Astronomia, istituito presso la Facoltà di Scienze dell’Università di Padova, un’iniziativa imitata l’anno successivo, 1969, dall’Università di Bologna. Il nuovo telescopio da 182 cm di diametro venne inaugurato nel 1973 sulla Cima Ekar, vicino ad Asiago.

Rosino fu membro di numerose e prestigiose accademie, tra cui quella dei Lincei e ricevette due lauree honoris causa. Egli fu attivo anche nel campo della divulgazione astronomica, pubblicando alcuni libri e molti articoli.